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Il nome Franciacorta ci riporta a una storia lontana, avvolta da un enigma su cui ancora si ama fantasticare. L’ipotesi più accreditata è quella che lega il territorio alla presenza di monasteri cluniacensi e cistercensi che giunsero in Franciacorta da Cluny nel XI secolo. Monasteri molto potenti che, grazie alla bonifica e coltivazione dei vasti appezzamenti che amministravano in questi territori, riuscirono attorno al 1100 ad ottenere l’esenzione dal pagamento del dazio. Erano quindi delle Francae Curtes, cioè delle corti libere dalle tasse. Da Francae Curtes nacque “Franzacurta”, apparso per la prima volta negli annali del Comune di Brescia già nel 1277.
La storia del Franciacorta ha origini molto antiche e radicate in un territorio dove la coltivazione della vite è stata una costante: dall’epoca romana al periodo tardo-antico, fino al pieno medioevo, le condizioni pedoclimatiche hanno sempre favorito la crescita dei vigneti.
Nell’intreccio tra storia, vino e cultura della Franciacorta s’inserisce una delle prime pubblicazioni al mondo sulla tecnica di preparazione dei vini a fermentazione naturale in bottiglia e sulla loro azione sul corpo umano. Stampato in Italia nel 1570, il testo viene scritto dal medico bresciano Girolamo Conforti con il significativo titolo di “Libellus de vino mordaci”. Questo medico, i cui studi precedettero le intuizioni dell’illustre abate Dom Perignon, mise in rilievo la notevole diffusione e il largo consumo che i vini con le bollicine avevano in quell’epoca, definendoli “mordaci”, cioè briosi e spumeggianti.
Non solo: li descrisse con perizia da esperto degustatore, arrivando a giudicarli “dal sapore piccante o mordace che non seccavano il palato, come i vini acerbi e austeri, e che non rendevano la lingua molle come i vini dolci” e ne elencò i pregi terapeutici. Per Conforti, che tra l’altro conosceva a fondo l’enologia francese, i vini franciacortini divenivano più spumeggianti durante il periodo invernale, per deperire, smorzandosi, nel corso dei mesi estivi.
L’origine della spuma stava dunque nell’ebollizione del mosto o, più correttamente, nella fermentazione, che, anche allora, andava controllata, affinché la “scoria gassosa, leggera e pungente” non si disperdesse.
È da queste illustri considerazioni che forse i primi produttori di vino franciacortino con le bollicine ricominciarono ad utilizzare i chicchi d’orzo per accentuare e prolungare la fermentazione.
Il catasto napoleonico del 1809 fotografa una realtà con oltre mille ettari di terreni specializzati nella produzione di vini “mordaci” e quasi altrettanti ettari di vigneti promiscui con altre colture. Negli anni a venire le produzioni vitivinicole crebbero senza sosta fino ad eccedere di gran lunga le necessità della popolazione, dando così il via alle prime attività commerciali. In questa realtà, all’inizio degli anni ’60 del Novecento, il giovane enologo Franco Ziliani, con la produzione della prima annata di “Pinot di Franciacorta”, diede il via al passaggio dalla produzione amatoriale di vini spumanti ante litteram alla moderna e codificata attività produttiva di Franciacorta.
A seguito del primo riconoscimento come Denominazione di Origine Controllata, giunto già nel 1967, Franciacorta è divenuto nel 1995 il primo vino italiano prodotto con il metodo della rifermentazione in bottiglia ad aver ottenuto la Denominazione di Origine Controllata e Garantita (DOCG). Oggi sulle etichette si legge “Franciacorta”, un unico termine che definisce territorio, metodo di produzione e vino.
TIMELINE
Franciacorta diventa Destination Partner di Michelin.
Franciacorta conclude l’anno con un record di vendite, superando i 20 milioni di bottiglie.
Franciacorta diventa wine partner di 1000 Miglia e 1000 Miglia Green.
Il Giro d’Italia fa tappa in Franciacorta con il “Franciacorta Stage”.
Silvano Brescianini diventa Presidente del Consorzio Franciacorta.
In occasione dell’anniversario dei 50 anni della DOC, viene realizzato un progetto di ricerca affidato allo Studio del sociologo Domenico De Masi finalizzato a delineare le aspirazioni, i progetti, le criticità, le idee della Franciacorta nel prossimo decennio.
Il Disciplinare di produzione viene modificato e viene introdotta una nuova varietà di vitigno, un’uva autoctona: l’Erbamat.
Il Lago d’Iseo e la Franciacorta ospitano Christo e il suo “The Floating Piers” l’ultima e attesissima opera del noto artista bulgaro, una passerella lunga 3 km per una superficie di circa 70.000 metri quadrati.
Franciacorta è “Official Sparkling Wine” di Expo Milano 2015 con un Wine Bar esclusivo all’interno.
Vittorio Moretti diventa il Presidente del Consorzio Franciacorta.
Inizio collaborazione con Camera Moda: Franciacorta diventa official Sparkling Wine delle fashion week.
Vengono introdotte nuove regole restrittive nel Disciplinare di produzione, incrementando il rigore produttivo all’insegna della migliore qualità e confermando il metodo Franciacorta come il più severo a livello mondiale in questa tipologia.
Il Consorzio Franciacorta rivede la propria Brand Identity in modo da poter rappresentare meglio la leadership qualitativa. Il nuovo logo riparte dalla F merlata, simbolo dai valori forti e significativi e la valorizza rendendola ancora più protagonista attraverso “l’abbraccio” di due segni che disegnano simbolicamente un bicchiere.
Maurizio Zanella è eletto Presidente del Consorzio Franciacorta.
I nuovi Disciplinari del Franciacorta DOCG, del Curtefranca DOC (che sostituisce il Terre di Franciacorta) e dell’IGT Sebino vengono pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale.
30 dicembre. Con il decreto del 2004 sulla regolamentazione dell’utilizzo della menzione Talento da parte dei VSQPRD e VSQ italiani, la DOCG Franciacorta è esclusa dalla facoltà di utilizzare tale menzione nella sua designazione. La decisione ministeriale riconosce espressamente l’eccellenza qualitativa del Franciacorta.
Viene pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il Decreto d’incarico a svolgere funzioni di controllo ai sensi del D.M. 29/5/2001, meglio noto come “Erga Omnes”. Il Consorzio per la tutela del Franciacorta è tra i primi consorzi d’Italia ad applicare questo decreto, andando a completare la normale attività di vigilanza che svolge dal 2000.
Ezio Maiolini diventa Presidente del Consorzio Franciacorta.
Con il nuovo regolamento CE 753/02 il Franciacorta viene designato dalla sola parola “Franciacorta” senza altra aggiunta, compresa la menzione DOCG, data la particolare fama raggiunta.
Nasce il primo Franciacorta Biologico.
Nasce la “Strada del Franciacorta” con l’obiettivo di promuovere e sviluppare le potenzialità turistiche della Franciacorta.
22-25 settembre nasce il primo “Festival Franciacorta”, manifestazione che tuttora si svolge a settembre e coinvolge l’intero territorio.
Claudio Faccoli diventa presidente del Consorzio Franciacorta.
Giovanni Cavalleri è il nuovo Presidente del Consorzio Franciacorta.
Con il 1° gennaio vengono messe in commercio le prime bottiglie di Franciacorta con l’inconfondibile fascetta Docg.
Approvazione del codice vitivinicolo.
Si tratta di un’autoregolamentazione che rappresenta un’evoluzione del regolamento tecnico-produttivo, più restrittiva rispetto al disciplinare di produzione.
Il logo consortile diventa l’unica identificazione del Franciacorta DOCG, il primo brut italiano ad ottenere il riconoscimento.
A settembre il Consorzio approva il disciplinare di produzione del Franciacorta DOCG.
Viene registrato il marchio Satèn, tipologia utilizzabile solo dai soci del Consorzio.
Un nuovo disciplinare di produzione impone come metodo di spumantizzazione solo la naturale rifermentazione in bottiglia, si elimina la dizione “Metodo Classico” e viene introdotto l’obbligo della zona di produzione delle uve.
Riccardo Ricci Curbastro viene eletto Presidente del Consorzio Franciacorta.
La Franciacorta avvia lo studio di zonazione viticola.
Il 22 marzo è approvato il Regolamento Tecnico Produttivo del Franciacorta e a novembre il marchio Franciacorta viene registrato in Italia.
Il 5 marzo è costituito il Consorzio volontario per la tutela dei vini Franciacorta, con sede a Corte Franca. I produttori associati sono 29. Il presidente è Paolo Rabotti.
Con il Decreto del Presidente della Repubblica, la Franciacorta viene riconosciuta zona a Denominazione di origine controllata.
Nasce la prima bottiglia di Franciacorta grazie all’enologo Franco Ziliani.
Viene realizzato il primo studio geologico viticolo sulla Franciacorta a cura del Consorzio Antifillosserico Bresciano, importantissimo studio sulla zonazione ante litteram che dimostra quanto fosse già avanzata la viticoltura all’inizio del XX secolo in queste zone.
Viene pubblicato il libro “Dell’arte di fare, conservare e migliorare i vini nel Regno” contenente un frammento postumo del Conte Dandolo di Adro che, attraverso illustrazioni spiega la pratiche di travaso per i vini “spumosi”, già allora tradizione del territorio.
Il Catasto Napoleonico certifica l’esistenza di quasi 1000 ettari vitati in Franciacorta, ben superiori alle necessità dei circa 40.000 abitanti dell’epoca, e testimoniando quindi che già allora il vino non fosse prodotto solo per autoconsumo, ma anche per la vendita.
Nel 1570, il medico bresciano Girolamo Conforti, nel suo “Libellus de vino mordaci”, descrive i vini con le bollicine di queste zone, definendoli per l’appunto mordaci.
Agostino Gallo, stimato agronomo bresciano, cita nel suo “Le vinti giornate dell’agricoltura et de’ piaceri della villa” l’Albamatta (Erbamat), vitigno autoctono oggi ufficialmente introdotto nel disciplinare di produzione Franciacorta.
Una congiura di nobili consegna la città di Brescia alla Repubblica di Venezia. Compaiono le alti torri merlate, caratteristiche della Franciacorta.
Il nome Franciacorta, terra compresa tra Brescia e il lago d’Iseo, compare per la prima volta, in richiamo alle ‘curtes francae’, le corti franche esenti da dazi.