Aspettando la vendemmia in Franciacorta

8 Agosto 2024

Che annata sarà?
Quando ci si avvicina al periodo della vendemmia, il lavoro dei produttori e dei vignaioli è febbrile, e le preoccupazioni si moltiplicano.
È il momento in cui si concentrano tutte le attività destinate a portare l’uva in cantina, e a mettere a frutto tutto il lavoro svolto in vigna durante l’anno. Ogni cambiamento, ogni sbalzo di temperatura, ogni pioggia possono influenzare l’annata e la qualità dell’uva, determinando quindi l’andamento e le caratteristiche del vino dell’anno.

Come si è arrivati nel 2024 a questo fatidico periodo?
La Franciacorta – quest’anno – ha avuto il medesimo meteo di tutto il Nord Italia, ma a fronte di piogge anche molto consistenti, non ha avuto danni. Da gennaio a fine giugno sono arrivati in questa zona 960 mm di pioggia: una quantità ottima, se pensiamo alle carenze che stanno vivendo altre Regioni. Il problema è che di tutta questa pioggia, circa la metà si è concentrata nei mesi di maggio e giugno.
Questo ha comportato una altissima pressione peronosporica, che ha portato alla necessità di fare tanti trattamenti in vigna, gli ultimi anche nelle ultime settimane, quindi poco prima della vendemmia, che probabilmente quest’anno inizierà con tempistiche similari allo scorso anno, nella settimana di ferragosto, con volumi importanti di vendemmia nella settimana del 19 – 25. Le ultime piogge di giugno molto intese e prolungate hanno determinato danni da peronospora larvata, ma per fortuna localizzata solo in zone dove è stato difficile entrare con i trattori a causa di un terreno particolarmente bagnato o a poche zone con ristagni di umidità.
C’è stata finora una sola grandinata sulla fascia centro orientale (dopo quella molto precoce di Pasquetta), e qui si è innestata con più facilità la peronospora.
L’oidio, invece, quest’anno è comparso solo da metà luglio con l’innalzarsi delle temperature e la presenza di un’importante umidità nell’aria.
Gli agronomi stimano una produzione del 85-90% del disciplinare, quindi sui 85-90 quintali ettaro in media.
I grappoli, soprattutto nel periodo della fioritura che è stata piuttosto lunga e della allegagione che è stata invece scalare, hanno fatto pensare a una acinellatura pronunciata, ma all’invaiatura la situazione è in parte rientrata tranne che per un po’ di filatura dei grappoli, che li ha resi più spargoli, facilitando così però la protezione sanitaria.
Momentaneamente non ci sono particolari problemi di stress idrico viste le precedenti abbondanti piogge ma non abbiamo ancora raggiunto la situazione ottimale a livello di temperature, visto che mancano ancora le gradite escursioni termiche fra il giorno e la notte, che si verificano solitamente in agosto inoltrato.
Confidiamo in una buona vendemmia, che non avrà i carichi produttivi della ’23 ma nemmeno gli stress della ’22. Ovviamente le prossime settimane contano tantissimo perché se è vero che il clima dell’annata determina il carattere del vino l’ultima fase di maturazione post invaiatura fino alla raccolta ne determina sicuramente la qualità e i quantitativi.

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