A maggio la vigna si anima!

17 Maggio 2023

Maggio è il mese in cui nelle vigne si inizia il lavoro di gestione delle chiome. Tre fattori sono determinanti per capire che è giunto il momento di prendersi cura delle piante: il raggiungimento di determinate temperature medie, la crescita dei nuovi germogli ormai superiore a determinate lunghezze, che a questo punto sono solitamente maggiori di 20 cm, e infine l’arrivo delle piogge primaverili, che in questo periodo determinano ore di bagnatura e aumento dell’umidità.

Tante le pratiche agronomiche da attuare in questa fase dell’anno, a partire dalla scacchiatura e dalla scelta dei germogli. Si tratta di asportare i germogli non ideali, nati dal capo a frutto scelto l’anno precedente, per favorire lo sviluppo di quelli fruttiferi. Nella scacchiatura si tolgono i secondi e i possibili terzi germogli che fuoriescono dallo stesso nodo e solitamente nello stesso momento, più raramente dopo qualche settimana, si provvede anche alla vera e propria scelta dei germogli fruttiferi secondo obiettivi produttivi e filosofie fisiologiche diverse.

Si passa poi alla spollonatura, vale a dire alla pulizia del tronco: si eliminano sulla vite i germogli usciti dal legno vecchio (polloni o succhioni), si sopprimono i polloni di pedale, di tronco e di ramo, lasciando però posto a quelli, ben inseriti e costituiti, che possono servire per la ricostruzione o il ringiovanimento di una parte dell’albero.

È anche il momento della falciatura o dell’allettamento e/o dell’interramento dell’eventuale sovescio. Questa pratica agronomica è fondamentale per dare nutrimento al terreno, le piante erbacee scelte infatti possono spingere o frenare la vigoria intrinseca del terreno. Alcune specie erbacee più di altre hanno attività di azotofissazione aumentando così il quantitativo di azoto disponibile alla vite, altre rompono il terreno in profondità con le loro radici, dette fittoni, arieggiando il terreno compattato dai trattori, altre ancora possono sanificare il terreno da particolari sostanze chimiche e/o da microorganismi nocivi per la vite e infine alcune possono instaurare una certa competizione con la vite stessa, se ci fosse necessità di mitigarne la vigoria.

Una volta scelto l’obiettivo del sovescio, per prepararlo si seminano le essenze individuate, che in prossimità della loro fioritura o maturazione verranno poi trinciate o allettate, lasciate quindi disidratare per qualche giorno e eventualmente incorporate nei primi 25 cm di terreno.

Nel caso si scelga di interrarle, la massa viene subito attaccata da macro e microrganismi che nel tempo la trasformano in parte in humus e in parte in elementi nutritivi per la vigna. In linea di massima, più fibra c’è, più sarà alta la resa in humus.

È anche il periodo per la gestione di eventuali concimazioni organiche e/o minerali, anche se le organiche pure sono preferibili in autunno, al bisogno possono essere fatte tardivamente anche in primavera.

Bisogna anche iniziare a proteggersi dalle malattie fungine, tra cui gli acerrimi nemici venuti dall’America, le due principali malattie che affliggono la vite europea, la peronospora e l’oidio. La peronospora provoca sulle foglie le cosiddette macchie d’olio, aree giallastre sulla pagina superiore della foglia ben visibili per trasparenza, in corrispondenza delle quali sulla pagina inferiore compare della muffa biancastra; in seguito le aree colpite imbruniscono e le foglie si seccano e cadono nei casi più gravi, vengono colpiti anche i tralci ancora verdi, ma particolarmente gravi sono gli attacchi ai grappoli. L’oidio invece determina una patina di colore bianco simile a farina, che ricopre la foglia della pianta, i germogli, i fiori e i frutti. Le foglie colpite arrestano lo sviluppo, si accartocciano, ingialliscono e cadono, mentre i germogli hanno una crescita stentata e i bottoni fiorali originano fiori piccoli e malformati.

Anche se ovviamente non sono le sole, queste due malattie sono quelle più comuni, più insidiose e più diffuse. Anche il regno animale non è da meno, nelle zone sensibili e negli anni del volo infatti è necessario controllare ad esempio l’arrivo di nottue.

Normalmente si provvede dopo la vendemmia o durante l’inverno, ma se non è già stato fatto ora è il momento di dare anche una sistemazione agli impianti, e procedere alla realizzazione di nuove strutture, alla piantumazione e alla gestione di eventuali fallanze o piante con eventuali problemi sanitari da asportare, come per esempio la flavescenza dorata. Questa pratica prevede l’asportazione e l’allontanamento del vecchio ceppo e la piantumazione di una nuova barbatella.

Altre pratiche utili possono essere la lavorazione dell’interfila con le eventuali ripuntature, per permettere un arieggiamento profondo laddove l’interfila sia inerbito, o l’erpicatura, per permettere un arieggiamento superficiale a file alterne in modo da non compromettere la carrabilità del vigneto in caso di forti piogge.

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