In preparazione del Vinitaly, l’Italia ha contribuito alle celebrazioni per il centenario dell’Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino (Oiv) con una ministeriale di tre giorni
È trascorso quasi un secolo dal 4 giugno 1924, giorno in cui i più alti rappresentanti dei Paesi esportatori di vino – Spagna, Francia, Italia, Portogallo e Grecia – si riunirono per la prima volta in una conferenza ministeriale internazionale. Una scelta finalizzata a raggiungere tre importanti obiettivi: concordare una definizione comune di “vino”, delineare misure idonee a promuovere il suo consumo moderato, creare un ufficio internazionale per armonizzare le politiche degli stati membri e agevolare gli scambi. Le cinque delegazioni approvarono i principi discussi in una seconda conferenza, che conobbe una più ampia adesione e condusse alla firma dell’accordo con cui fu sancita l’istituzione dell’Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino (29 novembre 1924). L’anno del centenario – proclamato come “Anno internazionale della vigna e del vino” – vuole essere dunque uno stimolo dall’alto valore simbolico, capace di animare dibattiti di natura scientifica, tecnica e culturale in tutti Paesi vitivinicoli, uniti per costruire “la vigna e il vino di domani”.
L’Italia, che sin dalle origini ha partecipato attivamente a questo percorso di crescita, ha contribuito alle celebrazioni organizzando una ministeriale di tre giorni tra le colline del Franciacorta e del veronese, inaugurata il 12 aprile presso la Cantina Ca’ del Bosco di Erbusco. La riunione ha coinvolto il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida, il presidente e il direttore generale dell’Oiv – Luigi Moio e John Barker – ma anche ministri, ambasciatori e rappresentati di ventinove Paesi produttori, che hanno condiviso visioni e priorità.
Durante la conferenza, è emerso un forte consenso sulla necessità di adottare approcci innovativi e sostenibili per affrontare le sfide future, tra cui l’adozione di pratiche agricole più rispettose dell’ambiente, l’implementazione di tecnologie digitali per migliorare la produzione e la gestione del vigneto, e la promozione di un consumo responsabile del vino. Guardando al futuro, l’Oiv ha annunciato piani strategici volti a rafforzare il proprio ruolo guida nel settore, promuovendo la ricerca scientifica, lo sviluppo di normative internazionali e la cooperazione tra i Paesi membri. In questo scenario, la prossima conferenza ministeriale che si terrà in Francia nel mese di ottobre, offrirà un’ulteriore opportunità per continuare questo importante dialogo e definire le strategie per il settore vitivinicolo del futuro.
Il 13 aprile le delegazioni si sono trasferite a Verona per inaugurare i due padiglioni del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste presso il Vinitaly. Anche la 56esima edizione di questo storico appuntamento ha visto Franciacorta tra le denominazioni di spicco: ventisette le cantine riunite al Palaexpo nel padiglione Lombardia, mentre altre quindici erano presenti nei padiglioni esterni. La novità più significativa di quest’anno è stata la presenza di trentasei aziende presso il banco mescita comune, nello stand del Consorzio.
La partecipazione attiva di Franciacorta al Vinitaly, unitamente al suo ruolo di palcoscenico della prima Conferenza Internazionale sul Vino dell’Oiv, sottolinea in modo tangibile la rilevanza della Docg bresciana nel panorama vitivinicolo italiano, consolidando ulteriormente la sua posizione a livello nazionale e internazionale.