Guida autonoma, intelligenza artificiale e machine learning

28 Marzo 2024

L’equilibrio tra le nuove tecniche e gli antichi approcci può contribuire a rivoluzionare anche le tradizioni più consolidate.

Anche settori di lunghissima tradizione come l’agricoltura e alcune branche del food hanno intrapreso un percorso di modernizzazione che, per certi versi, era ancora considerato impensabile fino a pochi anni fa. La robotica, la digitalizzazione dei processi, l’introduzione di previsioni e analisi meteorologiche puntuali, l’Intelligenza Artificiale: sono tutti elementi che stanno rivoluzionando la produzione agricola e molti processi produttivi da vari punti di vista. Può la tecnologia sostituirsi all’uomo? No, ma di sicuro le nuove evoluzioni delle macchine possono aiutare gli agricoltori a lavorare con meno fatica. 

In agricoltura, la tecnologia è un prezioso alleato, e le nuove risorse a disposizione di coltivatori e vignaioli sono strumenti indispensabili da conoscere per fare sempre meglio il nostro lavoro, pesare sempre meno sulla terra e produrre in modo sempre più efficiente, limitando l’intervento umano al minimo indispensabile, anche in termini decisionali e non solo operativi. A tal proposito, stanno nascendo sia a livello software che hardware moltissime innovazioni che  alleggeriranno la situazione lavorativa dei viticoltori, portando beneficio alla produzione, al territorio e alle aziende. 

L’esempio dei trattori a guida autonoma è lampante in questo senso: ci sono già molti esempi in commercio e anche tante aziende che li utilizzano. Queste macchine hanno infatti in alcuni casi il vantaggio di poter utilizzare tutti o quasi gli attrezzi “classici” di cui fa uso un normale trattore con operatore a bordo e richiedono quindi meno adattamenti da parte delle aziende. Ovviamente esistono esempi di trattrici agricole autonome che necessitano di attrezzature ad hoc e tutte al momento hanno dei costi importanti per le aziende agricole e necessitano anche di buone capacità gestionali e informatiche: abbiamo visto le performance a San Leonardo con VITIBOT, e del trattore autonomo di Roberto Conterno RC3075.

Oltre alla parte hardware, è però importante parlare anche della parte software che aiuta già da molto tempo gli agricoltori nella fase decisionale e di monitoraggio per tutte le pratiche agronomiche necessarie a una buona gestione del vigneto e delle sue risorse. In commercio si trovano moltissimi esempi di programmi gestionali che vanno dalla semplice raccolta dati e promemoria a veri e propri programmi e app in grado di consigliare il viticoltore in base ai dati inseriti oppure, in fase più avanzata, di elaborare direttamente i dati raccolti da capannine meteo aziendali e non, da sensori fisici montati su droni e trattori o addirittura ricavati da satellite.

Recentemente abbiamo conosciuto meglio il lavoro di Xfarm , un’azienda tech che ha come mission quella di valutare lo stato agronomico del campo per ottimizzare l’utilizzo degli additivi, e che offre agli agricoltori e ai viticoltori servizi agronomici attraverso una piattaforma rivolta alle aziende agricole. Gestisce insomma le attività di filiera, ma da un punto di vista molto speciale. Nata nel 2017, occupa già più di cento persone, che diventeranno centoquaranta quest’anno, ed è attiva in cento mercati, con una presenza forte in Italia, Spagna, Polonia, Francia, Brasile, Turchia e Germania. Al momento ha trecentomila utenti e monitora tre milioni di ettari (!!!) per quattrocento diverse colture.

Già solo per questo ci sembra degna di nota: una mole di informazioni e di dati raccolti e processati che potrebbero soddisfare la sete di conoscenza di migliaia di scienziati e di agronomi, che con queste informazioni avrebbero modo di capire e di ragionare su andamento climatico, bontà o meno dei trattamenti e degli interventi in campo e mille altre cose. Ma questa piattaforma, che può essere personalizzata secondo le esigenze specifiche di chi la utilizza, può lavorare sulla sostenibilità e può essere messa a sistema con altri tipi di strumenti digitali, anche per migliorare gli aspetti commerciali.

Perché oltre a raccogliere dati, fornisce i DSS, sistemi di supporto alle decisioni di chi la usa in campo, grazie all’impegno e alle conoscenze condivise di un team multidisciplinare di professionisti e scienziati, che hanno a disposizione grandi quantità di dati per sviluppare modelli e algoritmi impiegando in maniera sinergica It, intelligenza artificiale e machine learning. 

Come si fa a raccogliere questi dati? Oggi, utilizzando dei sensori in campo e droni, ma anche – sempre di più – nuove tecnologie in grado di creare servizi di quattro tipi: monitoraggio delle malattie, monitoraggio delle popolazioni di insetti, sostenibilità e irrigazione, quindi consigli per rispondere alle differenti fasi fenologiche a seconda di temperature, umidità e piogge. In attesa, e non ci vorrà molto, di un mondo sensorless in cui le informazioni proverranno dalle immagini da satelliti, che sono sempre più avanzati e che tra qualche anno dovrebbero darci dati sempre più precisi su diversi indici.

Già oggi le immagini satellitari ci mostrano quale tipo di coltura sia distribuita in una determinata zona e ci aiutano a capire come avvengono le rotazioni e come cambia la distribuzione delle differenti colture, permettendoci stime di resa puntualissime e ottimizzando lato sales il lavoro di chi produce e vende. 

Alla luce di tutto questo, appare chiaro come natura e scienza possano (anzi, debbano) convivere per dare vita a un nuovo modello agricolo “di buon senso”. Per farlo, però, occorre superare i pregiudizi, studiare e affidarsi alla scienza e ai dati senza dimenticarsi, dall’altro lato, le buone pratiche agricole frutto di una tradizione millenaria. Un universo da esplorare, e che speriamo porti qualità, efficienza e anche più lavoro di pensiero e meno fatica in campo. 

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