Un’ottima annata: non tutta la pioggia è venuta per nuocere

6 Novembre 2023

Le frequenti precipitazioni primaverili hanno regalato equilibrio alle vigne franciacortine, oltre a qualche preoccupazione. Adesso che l’uva è stata raccolta, il silenzio delle cantine culla il riposo del nuovo vino.
Il 10 agosto il taglio del primo grappolo di Pinot Nero nel Parco della Santissima a Gussago ha inaugurato la vendemmia in Franciacorta, sancendo il ritorno alla normalità dopo la campagna di raccolta del 2022, anticipata ai primi giorni del mese a causa della forte siccità. E questo “revival” è stato di buon auspicio perché le operazioni si sono concluse più che positivamente, in termini di resa e di qualità, nonostante un inizio anno preoccupante che sembrava essere in arida continuità con il precedente. Le precipitazioni limitate, accompagnate da temperature ben superiori alla media stagionale, hanno catalizzato lo sviluppo vegetativo in vigna per poi lasciare spazio alle piogge primaverili, che hanno incoronato il maggio con la maggiore frequenza di eventi piovosi degli ultimi venticinque anni.
Tutta questa acqua ha messo a dura prova – fisica e psicologica – i viticoltori: l’umidità ha creato un ambiente favorevole per la diffusione della peronospora, dando del filo da torcere sia a chi opera in biologico che in regime convenzionale. Le attività di prevenzione hanno però dato i loro frutti, scongiurando i danni eccessivi cha hanno colpito le regioni dell’Italia centrale e meridionale. Al contrario, lo stato di salute delle uve franciacortine ha rasentato la perfezione, al netto di qualche microzona caratterizzata da terreni argillosi e scivolosi, in cui il susseguirsi delle precipitazioni ha reso difficoltoso l’accesso ai vigneti per l’esecuzione di trattamenti fitosanitari. E anche la minaccia di qualche grandinata acuta si è fortunatamente risolta senza ripercussioni sensibili sul raccolto.


L’andamento stagionale ha permesso di ottenere in generale basi di buon impatto organolettico conservando l’espressione dei profumi e degli aromi che caratterizzano la prestigiosa Docg.
Anche dal punto di vista quantitativo – dopo quattro anni vissuti al di sotto del potenziale produttivo – i risultati sono assolutamente soddisfacenti, con il raggiungimento in molti casi della resa massima di uva rivendicabile per ettaro previsti dal rigido disciplinare. La Regione Lombardia – considerata l’annata climaticamente favorevole – ha approvato la richiesta di attivazione della riserva vendemmiale: come da regolamento, il limite di 65 ettolitri a ettaro è stato aumentato fino a 78; l’esubero è tuttavia bloccato sfuso, non può essere elaborato per un minimo di dodici mesi dalla presa in carico sui registri in cantina, e non ha diritto al millesimo. Tuttavia, può essere commercializzato prima di essere “sbloccato” previa riclassificazione a Doc Curtefranca (con indicazione di annata) o Igt Sebino (in questo caso il riferimento all’anno non è obbligatorio).


L’annata è stata ricca soprattutto per il Pinot Bianco e per lo Chardonnay, grazie alla fertilità stimolata dallo stress climatico subito nel 2022 che ha permesso di portare fino in fondo un numero abbondante di grappoli. Un’ottima resa sia in vigna che sotto la pressa che getta dunque le basi per un incremento di produttività atteso da tutta la regione per far fronte alla domanda di un mercato in continua crescita.

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